“Leggere la filosofia”
Il dialogo tra Vito Mancuso e gli studenti del “Rosetti”
Dall’importanza attribuita alla lettura, dunque, è partita l’indagine conoscitiva del filosofo: si inizia a leggere ancor prima di decifrare delle lettere su pagina, perché leggere il mondo significa tentarne un’interpretazione, cominciare a conoscerlo e ricercarne il senso. Il percorso della conoscenza non può prescindere dallo scontro con una parola che vorremmo evitare nei nostri pensieri: paura. Così il filosofo ha invitato i ragazzi a fare un esercizio quotidiano, in un momento di solitudine e di silenzio, stilando in un foglio diviso a metà una doppia lista: da una parte “le cose che ci fanno paura” e dall’altra “le cose che ci danno coraggio”.
La platea dei ragazzi si è posta in ascolto, mentre scopriva la differenza tra sapiente e saggio (il sapiente calato nella realtà), approfondiva il concetto di libertà, capiva che si stava parlando di loro, delle loro vite. Mancuso li ha invitati a non risparmiarsi, a fare domande, a stimolare un dialogo. Gli interrogativi dei ragazzi hanno riguardato il senso della vita e della morte, il concetto di spiritualità, l’idea di futuro al quale ci si affaccia senza averne “gli strumenti”.
Le risposte di Mancuso sono state “sententiae” ad effetto, inviti a non disdegnare orizzonti di senso, fino allo sprone a “non aspettare l’ultima pagina per dare senso a tutte le altre, perché è la vita che dà senso alla vita”.
L’incontro è terminato senza punti fermi, ma con aperture ad ulteriori interrogativi e con due suggerimenti conclusivi agli studenti: seguire i valori dell’onestà, dello studio e della gentilezza per realizzare una vita autentica e poi chiedere alla scuola che tutto ciò che si studia non prescinda mai da uno sguardo sulla realtà che si vive.
Scritto da: Professoressa Alessia Palestini