PROGETTO “RESPIRE”

Gli studenti del Rosetti al polo didattico dell’Unicam

Ricerche e studi sperimentali su biologia marina, microplastiche, botanica, sedimentologia e archeologia sono stati presentati sabato 22 marzo presso il polo didattico dell’Unicam (Università di Camerino) di San Benedetto del Tronto, in viale Scipioni, nell’ambito del progetto RESPIRE (Researche Education and Storytelling Project in Italian Remote Ecosystems).

L’appuntamento, cui hanno partecipato gli studenti delle classi 4A e 4D del Liceo Scientifico Statale “Rosetti”, è frutto di un’attività coordinata dalla dottoressa Martina Capriotti, biologa marina e ricercatrice presso l'Università di Camerino, in collaborazione con la National Geographic Society, che mira a coniugare ricerca scientifica ed educazione scolastica. In tal senso la due giorni di lavori, aperti venerdì 21, è rientrata tra le attività formative e di orientamento indirizzate a studenti e docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, attraverso il Piano Lauree Scientifiche organizzate da UNICAM, responsabile il professor Daniele Tomassoni.

La mattinata ha visto un’interessante integrazione tra diversi percorsi scolastici e attività di ricerca sul campo visto che sono stati gli studenti di Lampedusa e Pantelleria a presentare il frutto del loro lavoro e a confrontarsi su di esso con i colleghi del Liceo Rosetti; contributi di commento e sintesi sono giunti poi, oltre che dalla dottoressa Martina Capriotti e dal professor Tomassoni, dalla comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto, capitano di fregata Alessandra Di Maglio, dal consigliere comunale Barbara De Ascaniis e da quindici National Geographic explorers da tutta Italia. Gli studenti del Rosetti, accompagnati alla sessione dalle loro docenti di Scienze naturali, professoressa Maria Silvia Sebastiani e Stefania Buttofoco, curatrici del percorso PCTO, hanno quindi potuto godere di un momento formativo di alto livello accademico e confrontarsi con i loro coetanei isolani, partecipando ad un evento in cui forte è stata anche l’impronta della National Geographic Society.

Scritto dalla professoressa Elena Cardola